Se molti vogliono far sentire la loro voce ..... nessuno può intendere ciò che viene detto!
A meno che non si riesca a parlare direttamente nell'orecchio della gente o meglio del potenziale collezionista.
Tutti i discorsi sentiti evidenziano come il gallerista sussurra nell'orecchio dei propri potenziali clienti l'esistenza di una potenziale opera d'arte o di un artista emergente, il curatore delle mostre rafforza tale informazione magari con qualche "critico" che avalla ciò che stato detto prima dal gallerista e poi dal curatore/i ..... e il processo avviene solo con questa sequenza.
La sequenza non può essere invertita .. ;se no, come potrebbe il critico venire a conoscenza dell'opera o dell'artista?
Il critico , se non vuole essere "estinto" " è costretto " a condividere le analisi fatte dai curatori (che guarda caso, spesso diventano critici e viceversa).
Ma allora quale è il ruolo delle riviste specializzate del settore?... é evidente che in tale processo a senso unico possono fare solo quello che possono ... ovvero " informazione".
O meglio, riproducono un enorme " rumore di fondo" ove emerge solo ciò che è già storicizzato e qualcosa di nuovo emergerà piano piano solo se le gallerie convergeranno la loro attenzione su qualche nuovo artista.
Forse qualche critico che ha raggiunto la notorietà non vorrà ammettere che alla fine di tutto egli esiste perche è stato richiesto e formato piano piano dalle richieste del sistema delle " gallerie d'arte".
A meno che non si riesca a parlare direttamente nell'orecchio della gente o meglio del potenziale collezionista.
Tutti i discorsi sentiti evidenziano come il gallerista sussurra nell'orecchio dei propri potenziali clienti l'esistenza di una potenziale opera d'arte o di un artista emergente, il curatore delle mostre rafforza tale informazione magari con qualche "critico" che avalla ciò che stato detto prima dal gallerista e poi dal curatore/i ..... e il processo avviene solo con questa sequenza.
La sequenza non può essere invertita .. ;se no, come potrebbe il critico venire a conoscenza dell'opera o dell'artista?
Il critico , se non vuole essere "estinto" " è costretto " a condividere le analisi fatte dai curatori (che guarda caso, spesso diventano critici e viceversa).
Ma allora quale è il ruolo delle riviste specializzate del settore?... é evidente che in tale processo a senso unico possono fare solo quello che possono ... ovvero " informazione".
O meglio, riproducono un enorme " rumore di fondo" ove emerge solo ciò che è già storicizzato e qualcosa di nuovo emergerà piano piano solo se le gallerie convergeranno la loro attenzione su qualche nuovo artista.
Forse qualche critico che ha raggiunto la notorietà non vorrà ammettere che alla fine di tutto egli esiste perche è stato richiesto e formato piano piano dalle richieste del sistema delle " gallerie d'arte".
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